29 Aprile 2024 - 19:43
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L’ Analisi Politica – Cogito Ergo Zoom

Sum leo. L’ anno I dell’ Era Renziana segna la completa rottamazione della fauna politica della Seconda Repubblica e l’ avvento della Terza (o il ritorno della Prima… fate voi), l’ alba di un nuovo regno. Fuori caimani, giaguari e gattopardi, dentro gufi, sorci (rigorosamente verdi) e balene (rigorosamente bianche). Ma, soprattutto, un nuovo Re della Foresta, il Re Leone: Matteo Renzi. Nonostante l’ imitazione crozziana lo raffiguri simile ad un castoro, i due incisivi posticci stile Bugs Bunny, il Premier, in un anno, ha sbaragliato ogni concorrenza, tanto interna quanto esterna e si è preso il trono con un raro mix di spregiudicatezza, astuzia e ferocia. Smacchiato Bersani, staiserenizzato Letta, nazzarenizzato Berlusconi, Renzi ha chiuso la partita Quirinale, potenziale palude popolata da zannuti ippopotami, con l’ istinto e la lucidità del predatore. Mattarella era il miglior nome sulla piazza, sobrio, onesto, competente, mai sopra le righe, così diverso dal Premier, che nessun commentatore aveva seriamente pensato che la lotteria quirinalizia potesse arridergli. Insomma, il nome, politico ed al tempo di qualità, che, invece, serviva proprio al Leader PD per tacitare ogni critica, compattare il partito e far esplodere tutte le contraddizioni della opposizioni. FI e M5S non potevano votare sì ma non avevano argomenti per dire no; SEL e la Minoranza non potevano votare no ma non avevano argomenti per intestarsi la vittoria. Certo, il trionfo è stato pagato a caro prezzo. Lo strappo con Berlusconi è un rischio, le Riforme possono saltare e l’ Italicum è lì lì per impantanarsi. Nel frattempo i nemici sono stati strapazzati ma non annientati. La Lega avanza, cavalcando lo spauracchio Isis e la diffidenza crescente verso immigrati e sedicenti terroristi infiltrati; Landini e Vendola si contendono la palma d’ oro del nuovo Tsipras italiano e, benché abbiano ancora molta strada da fare, lo spazio politico c’ è e l’ elettorato potenziale pure; Beppe e Silvio, infine, pur feriti e sfidati dalle loro opposizioni interne, sono ancora là, con i loro milioni di voti che non pensano proprio a mollare. Chiunque si preoccuperebbe, ma Renzi no ( o almeno non lo da a vedere, che, in politica, è pressappoco lo stesso) ; il Premier non lascia ma anzi raddoppia (del resto, coi telequiz ha una certa familiarità) e punta dritto al probabile, se non certo, referendum confermativo sulla nuova legge costituzionale. Formalmente un voto sulle modifiche alla Carta fondamentale. In realtà, un sì o un no sulla persona, sul leader, su Renzi, che si gioca tutto. Se vince, governa vent’anni ; se perde, cade nella polvere. Come finirà? Non lo so. Ma so che un altro fiorentino, Machiavelli, scrisse che, per avere successo, il Principe deve essere “golpe et lione”. E Renzi ha dimostrato di esserlo.

Redazione

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