15 Maggio 2024 - 18:35
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Unioni civili ad una probabile svolta: il Ddl Cirinnà approda al Senato

Dopo la condanna dell’Italia da parte della Corte di Strasburgo per la violazione dell’art. 8 della CEDU, che sancisce il diritto al rispetto e alla vita familiare, una presa di posizione ed un intervento legislativo sul riconoscimento delle unioni civili sembra essere inevitabile. Lo scorso luglio, una sentenza della Corte EDU ha condannato  l’Italia al risarcimento dei danni morali nei confronti di tre coppie omosessuali italiane, alle quali era stata negata , dai propri comuni di residenza,  la possibilità di riconoscere legalmente la propria convivenza.

La necessità  di un intervento legislativo a riguardo appare opportuna non solo alla luce delle numerose sollecitazioni in tal senso da parte dell’UE, ma soprattutto alla luce di  una società ormai svincolata dagli schemi odiosi ed afflittivi, che la cultura italiana ci ha spesso imposto. L’essere l’ ombelico della religione cattolica è sicuramente una delle cause del ritardo della legislazione italiana nel disciplinare tali istituti ma, dinanzi ai passi avanti di altri Paesi europei ugualmente cattolici e storicamente più conservatori, quale ad esempio l’Irlanda, qualsiasi giustificazione in tal senso rischia di rivelare una sostanziale cecità e chiusura mentale verso nuove esigenze. In attesa di approvazione da parte del Senato, il Disegno di legge Cirinnà, che prende il nome dalla senatrice del PD che se ne è fatta relatrice, disciplina le unioni civili per le coppie omosessuali e la convivenza in genere attraverso un nuovo istituto giuridico di diritto pubblico che trova direttamente spazio nel codice civile.

L’unione civile tra due persone maggiorenni dello stesso sesso sarà sottoscritta dinanzi ad un ufficiale di stato civile e registrata nell’archivio di stato civile; ai sensi dell’art.3 del testo sottoposto al vaglio del Senato, si tratterebbe quindi, di una vera e propria equiparazione dell’unione civile al matrimonio e ciò anche, e soprattutto, per ciò che attiene i diritti e i doveri delle parti: il testo cita espressamente, tra gli altri, il dovere di solidarietà  nel rapporto, i diritti e i doveri di reciproca assistenza sanitaria e penitenziaria e quelli successori. Auspicabile pertanto l’approvazione: il Ddl Cirinnà rappresenterebbe infatti non solo il riconoscimento da un punto di vista giuridico dell’unione tra persone dello stesso sesso, ma soprattutto il trionfo di un Paese che, lontano da ogni tipo di discriminazione, tutela i suoi cittadini a prescindere dai loro orientamenti sessuali.

Redazione

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