29 Aprile 2024 - 1:43
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TURCHIA: TRA CENSURA  E UE

 

 

 

Un crogiolo di culture diverse, il luogo di incontro tra Oriente e Occidente, la culla delle grandi religioni monoteiste, un Paese affascinante e misterioso  che attrae ogni anno milioni e milioni di turisti. Questa è la Turchia, forse la Repubblica più all’avanguardia tra i Paesi islamici, che tuttavia ancora annaspa tra i numerosi problemi economici e politico-sociali, a causa dei quali tutt’oggi si fatica a definirla un Paese occidentale.

Uno dei motivi che rendono l’entrata nell’ Unione Europea della Turchia piuttosto lontana ed improbabile è  sicuramente la limitatissima libertà di stampa, che, nel 2012, la faceva sprofondare al 148 posto su 169, nella classifica di Reporter Senza Frontiere sul suddetto argomento.

La libertà di stampa, uno dei grandi pilastri alla base di ogni Stato di diritto, e colonna portante della Carta Fondamentale dei Diritti dell’ Unione Europea, garantisce la libera circolazione e rilascio di informazioni da parte di radio, televisioni e giornali, senza che vi sia controllo da parte dello Stato, a meno che alcune informazioni siano ritenute dannose per l’interesse e la sicurezza nazionale, caso in cui lo Stato stesso è autorizzato a intervenire, nei limiti e negli obblighi sanciti dalla propria Costituzione.

Durante il mandato di Erdogan, attuale presidente turco,  si sono susseguiti una serie di episodi volti a limitare la circolazione di informazioni “scomode”, nonché di arresti per motivi fittizi a giornalisti dei giornali di opposizione. Non ultimo l’incidente che vede protagonista il quotidiani “Curmhuriyet”, di Istanbul, il cui direttore e caporedattore  sono stati  arrestati lo scorso novembre,con l’accusa di spionaggio e propaganda terroristica per aver pubblicato un’inchiesta su un presunto passaggio d’armi per il sedicente Stato Islamico dalla Turchia alla Siria. Uno dei tanti episodi, dunque, in cui i diritti fondamentali sanciti e dall’Unione Europea e dalla stessa Costituzione turca vengono violati in nome di un’informazione che protegga gli interessi e nasconda gli affari poco puliti della classe dirigente .

Una pluralità di media, libera e indipendente, assieme alla trasparenza delle informazioni rilasciate, si dimostrano quindi alla base di uno Stato che voglia garantire un vivace dibattito democratico e che aspiri concretamente a divenire  membro dell’UE: staremo a vedere, dunque, se sarà il caso della Turchia.

 

A cura di Gaia Spolverini

 

 

 

Redazione

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