In tutti i sensi – Se un pomeriggio d’autunno un musicista 4/5

In tutti i sensi – Se un pomeriggio d’autunno un musicista 4/5

#intuttiisensi è un racconto che Globe vi propone, un viaggio anzi da compiere in cinque step per guidare la mente di chi legge attraverso i cinque sensi. Un’interessantissima analisi interiore a cura di Marianna Marzano

Aspettavo che arrivasse il pomeriggio, il pieno pomeriggio. L’orario del tè delle cinque, per capirci. Solo allora mi avvicinavo al pianoforte, e cominciavo. La pioggia che cade leggera. Un cane che abbaia in lontananza. Il motore di una macchina che parte. Il vento che sussurra. Il fruscio delle foglie. Il frullatore del vicino. Mia sorella che canta nella doccia al piano di sopra. Era la mia routine dei suoni.

Li ascoltavo con attenzione: mi lasciavo attraversare da ogni rumore, anche da quello più impercettibile. Solo allora, dopo aver ascoltato, cominciavo a suonare. Bach, il Maestro. Beethoven: severità, forza, potenza espressiva. Mi immergevo nella profondità di ogni nota. Ero quasi posseduto dalla straordinaria intensità di quelle melodie.

Quando suonavo non ero più io, mi trasformavo. Entravo in una specie di trance, mi lasciavo andare completamente al flusso della musica. Nella musica ero altro. Gli amici, quelli più stretti, se ne erano accorti: ma tu chi sei, mi avevano detto una volta scherzando, che ne hai fatto del nostro amico, quello che non gliene frega niente di nulla, quello che sembra che le cose del mondo non lo possono toccare.

Mi guardavano ogni volta esterrefatti, a tal punto che pensavo che forse non fosse il caso di mostrarmi in quel modo, per non rovinare la mia immagine pubblica di cinico e menefreghista. Non l’ho mai fatto. Ho sempre continuato a suonare. E ad ascoltare. Era quella, la mia libertà.

A cura di Marianna Marzano

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