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Roma, 20 Agosto 2015: l’Ottavo Re

È il 20 agosto 2015, siamo a Roma. Assistiamo ad un funerale. Assistiamo a quegli onori dovuti ai morti fin dall’epoca greca, che costituiscono un dovere fondamentale della pietà religiosa. Assistiamo a quel momento importante che segna il passaggio dell’anima dalla vita terrena all’oltrevita (per chi crede, si intende). Ma, attenzione, il 20 agosto si è celebrato il funerale dello “Ottavo Re di Roma”, mica di uno qualsiasi. Un’antica carrozza trainata da cavalli, la musica del Padrino, elicotteri, petali di rose, gigantografie, una raffigurante il “de cuius” in abito bianco con un Crocifisso affianco al Colosseo e la Basilica di San Pietro, l’altra contenente la scritta: “Hai conquistato Roma, ora conquisterai il Paradiso”, banda musicale, cortei… Ma chi è costui? Chi merita queste scene hollywoodiane? Vittorio Casamonica, 65 anni, uno dei maggiorenti del clan omonimo, specializzato nel racket e nell’usura nella periferia sudest di Roma. Il suo nome è legato anche alla Banda della Magliana, di cui risultava l’addetto al recupero dei crediti. Meravigliati? Io per nulla. Dopotutto, ci sta, era una brava persona. Ci sta, che in Italia un parroco non senta l’esigenza di sospendere la celebrazione perché “io sono un funzionario di Dio, non ho il compito di indagare sulla vita delle persone”. Ci sta che tanta gente partecipi alla funzione perché riconoscenti alla persona in questione; dopotutto, li ha aiutati, ha dato loro dei soldi in momenti di crisi: che importa se quei soldi erano il frutto dei sacrifici di famiglie per bene? E ci sta anche questo: che tu sia un militare, un medico, un giudice, un cuoco, un mafioso, che cambia? Sono tutti mestieri abbastanza legittimati, siamo tutti figli di Dio. Perché prendersela col parroco? Mica so’ affari loro. È questo che meritiamo, altro che battaglie contro l’associazione a delinquere, fiaccolate, annunci, messaggi, o peggio ancora, EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ! Ma chi educa chi? Chi davvero può avere la presunzione di poter dare lezioni di cosa sia giusto e cosa no in questa Italia? Stavolta bisogna solo stare zitti, e chiederci quanta colpa abbiamo. Perché la colpa è di tutti. E sentite condoglianze alla vedova.

Redazione

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