28 Aprile 2024 - 15:50
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Perché terrone non è un insulto?

Cari amici meridionali,
oggi vorrei affrontare con voi un tema che non ci riguarda solo da vicino ma che, a mio parere, ci fa sentire anche più vicino l’uno all’altro.


Non siamo certamente rimasti scandalizzati dall’ultimo insulto che pubblicamente ci è stato mosso.

No, perchè d’altronde questo è solo il più recente di quelli che potremmo annoverare.

Tuttavia, potremmo affermare che siamo rimasti disarmati dinanzi a tanta ignoranza.

Ignoranza da intendersi non come mancanza di istruzione, bensì come atto volto a trascurare qualcosa.

Abbiamo trascurato il nostro sentirci parte dello stesso paese, il nostro inno cantato insieme, la nostra speranza dinanzi a questa crisi che sembrava averci unito piuttosto che allontanato.

Abbiamo trascurato il nostro essere italiani.

Prima di tutto, apparteniamo all’Italia.

Allora chiamateci italiani.

Solo dopo, solo se ancora lo riterrete opportuno, chiamateci terroni.

D’altronde non ci offendiamo se ci chiamate così, anzi forse ci aiutate solo di più a rafforzare la nostra storia.

Chiamateci terroni, perchè sì, noi ameremo per sempre la nostra terra.

Chiamateci terroni, noi sappiamo cosa significa essere lontani da casa per costruire un futuro migliore.

Chiamateci terroni, perchè noi in ‘famiglia’ non siamo mai meno di trenta.

Chiamateci terroni, a noi piace fare le grigliate in grande e all’aperto.

Chiamateci terroni, da noi il posto non è mai un problema.

Chiamateci terroni, invitiamo tutti perchè ‘più siamo, meglio è’.

Chiamateci terroni, ci piace parlare a voce alta, ci piace ridere di gusto, ci piace stare in compagnia.

Chiamateci terroni, a noi piace goderci la vita.

Chiamateci terroni, siamo quelli che pagano sempre il caffè e non perchè sia un dovere.

Al sud offrire il caffè è solo un piacere.

Chiamateci terroni, quando nei bar conosciamo un po’ tutti.

Chiamateci terroni, perchè forse non sentirete mai dirvi ‘e tie di ci si fiju?’ (E tu, di chi sei figlio?)

Chiamateci terroni quando non vediamo l’ora di tornare a casa e riabbracciare gli amici di sempre.

Chiamateci terroni perchè a noi piace la vita vista mare.

Chiamateci terroni per la pizza appena sfornata, per la pastiera, per le cartellate, per le scarcelle, per le crocette, per i cannoli siciliani, per la cassata, per il salame turco, le chiacchiere e i purceddrhuzzi.

Chiamateci terroni perchè ci piace prenderci il nostro tempo, fare tutto con calma e arrivare la maggior parte delle volte in ritardo.

Chiamateci terroni perchè abbiamo a cuore le nostre radici.

Chiamateci terroni perchè per noi i nonni sono i nostri migliori amici, sono persone con cui abbiamo il piacere di stare, sono un pezzo della nostra storia e ci piace ascoltare la loro.

Chiamateci terroni quando giochiamo a briscola e a scopa ma anche quando in casa abbiamo sempre un mazzo di carte.

Chiamateci terroni quando abbiamo bottiglie e bottiglie di vino e di olio prodotto dalle nostre famiglie.

Chiamateci terroni quando ci si riempie il petto d’orgoglio accarezzando le mani di chi ha lavorato una vita intera.

Chiamateci terroni quando respiriamo natura in ogni angolo.

Chiamateci terroni, noi siamo felici così.

A cura di Elena Sofia Venturi.

Cari amici meridionali,oggi vorrei affrontare con voi un tema che non ci riguarda solo da vicino ma che, a mio parere, ci fa sentire anche più vicino l’uno all’altro. Non siamo certamente rimasti scandalizzati dall’ultimo insulto che pubblicamente ci è stato mosso. No, perchè d’altronde questo è solo il più…

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