16 Maggio 2024 - 22:22
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Novak Djokovic, l’Elastico d’acciaio

 

La verità è che abbiamo tutto, perciò non facciamo più sacrifici.

È per questo motivo che non lottiamo per ottenere qualcosa.

Ci stanca, non ci va e non ci interessa.

Per fortuna, al giorno d’oggi, c’è ancora chi lotta, chi si sacrifica e chi ci crede.

L’uomo che sto per raccontarvi oggi ha 28 anni, sposato, ha un figlio ed è serbo.

Anzi, è il Serbo.

Novak Djokovic è nato a Belgrado il 22 Maggio 1987, forse il momento peggiore per nascere in quelle zone.

C’è la guerra, i Balcani sono il peggior posto dove vivere e allenarsi in quel momento.

Una guerra fratricida, in cui con la racchetta in mano devi fare attenzione, non sapendo se dovrai colpire una pallina o evitare una bomba, una mina o un proiettile.

Nonostante ciò, Novak affrontava tutto con spirito positivo, come lui stesso ha dichiarato:

“La guerra mi ha reso una persona migliore perché ho imparato ad apprezzare e a non dare niente per scontato. […] La guerra mi ha reso anche un tennista migliore perché mi promisi di dimostrare al mondo che esistono anche dei serbi buoni.”

Come tennista, sin da bambino, prometteva molto bene, a tal punto che Jelena Genčić, nota professionista del ramo, lo incoraggia a proseguire, a dedicarsi del tutto al tennis, lui può essere qualcuno un giorno.

Però, però, però.

Allenarsi costa, soprattutto nello sport più snob e chic del mondo, nello sport della cortesia, dei gesti bianchi e del FairPlay smisurato.

E i genitori sono costretti a fare debiti, anche con la mafia, in mano agli strozzini pur di permettere a Nole di crederci, di provarci.

Nel 2005 esordisce nel circuito ATP, tra i professionisti, e due anni più tardi raggiunge la prima finale Slam, persa da Roger Federer, agli US Open.

Novak la prende bene, anche se la sconfitta un po’ brucia:

“La finale dello scorso anno fu incredibile e inspiegabile. Entrai in campo e 23000 persone si alzarono, momenti che non potrai mai cancellare. Mi fa piacere che la gente abbia un bel ricordo di me. Più per le mie imitazioni che per il mio tennis, ma va bene lo stesso! È bello essere di nuovo qui.”

Il carattere non gli manca, il gioco c’è e si presenta agli Australian Open 2008 tra i favoriti.

Batte Tsonga, rivelazione del torneo, 3 set a 1 in finale e non è che l’inizio.

Il 2009 e il 2010 però sono altalenanti, a grandi prestazioni si aggiungono alcune sconfitte Imbarazzanti e cali fisici inspiegabili.

Serve la svolta, Novak deve finalmente esprimere il suo meglio per diventare il migliore e risolvere le poche imperfezioni che lo bloccano.

Scopre di essere allergico al glutine, rivoluziona la sua dieta e la sua vita, rigido come un vero Serbo.

Il 2011 parte alla grande, dagli Australian Open alla Semifinale del Roland Garros le vince tutte e batte ripetutamente Nadal, Federer e Murray, avvicinandosi alla posizione di numero 1 al mondo come mai prima.

Federer non è d’accordo con i piani di Novak e la semifinale del Roland Garros li vede opposti, numero 2 (Nole) contro numero 3 (Roger), una partita memorabile.

3 set a 1 per Federer, una prestazione a dir poco epica, anche se il torneo andrà a Nadal, vincente proprio sullo svizzero, sempre 3 set a 1.

Il 3 Luglio del 2011 si gioca la finale di Wimbledon, Nadal-Djokovic, e stavolta è Novak, anche se solo “virtualmente”, a presentarsi da numero 1 del mondo, data la vittoria in semifinale contro il francese Tsonga.

Un massacro, un dominio e soprattutto la consacrazione del Serbo.

3 set a 1, ma fosse finita 3-0 non sarebbe cambiato nulla.

Vincerà ancora, ancora e ancora, US Open 2011 compresi, e chiuderà uno degli anni più straordinari di sempre.

Il 2011 di Djokovic è costantemente termine di paragone nei discorsi sulle leggende, si parla di un robot umano.

Da allora, salvo rari periodi magici di Federer e Nadal, è saldamente al numero 1, ha raggiunto quota 10 Slam ed è universalmente riconosciuto come uno dei più forti tennisti di tutti i tempi.

Il suo 2015, come il 2011, non può essere descritto con aggettivi diversi da questi: “paranormale”, “fantascientifico” e “disumano”.

Inoltre, conoscendolo, non è certo sazio di quanto ottenuto, a conferma del fatto che solo ed esclusivamente chi compie sforzi incredibili, può essere al top nella vita.

E lui, dalla vita, difficilmente verrà logorato, perché Novak Djokovic è unico, solido e irripetibile.

È l’Elastico d’acciaio.

Redazione

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