28 Aprile 2024 - 20:23
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Il re della commedia americana da sempre un passo avanti ai tempi

La LUISS omaggia uno dei più stimati autori del XX secolo, Woody Allen, con una rassegna cinematografica in lingua originale di alcuni suoi film: Manhattan, Match Point, Pallottole su Broadway, Midnight in Paris. Il regista sarà commemorato anche dallo spettacolo del Laboratorio teatrale LUISS “Provaci ancora Woody!” in scena a maggio, in cui gli allievi rappresenteranno spezzoni di sceneggiature tratte da Pallottole su Broadway e Io e Annie, dai suoi monologhi e da alcune sue opere teatrali.
“Ogni volta, quando un mio film ha successo, mi chiedo: come ho fatto a fregarli ancora?”. Nell’odierna cultura cinematografica ci sono dei capisaldi che, tranne inevitabili alti e bassi, continuano ancora a stupirci; Woody Allen ne è sicuramente un esempio. Prossimo agli ottant’anni, sforna ancora film al ritmo di quasi uno all’anno, dimostrando una grande produttività nel tempo nonché abilità a diversificare i suoi lavori. Dagli anni ’60 ad oggi, ciò che lo contraddistingue è l’analisi in chiave (auto)ironica di importanti temi sempre attuali, come l’antisemitismo e l’identità razziale, e di classici settori della filosofia come l’esistenzialismo; si cura che in ogni suo film ci sia una tale varietà di personaggi, che nessuno di noi possa non identificarsi in almeno uno tra essi. Ci racconta di tutti noi, di come sia difficile per alcuni accettare il proprio tempo, del ruolo fondamentale che gioca la fortuna nella vita, della perenne deludente ricerca della felicità. Della geniale unicità del regista, parla il filosofo francese Roland Quilliot nel suo splendido omaggio Philosophie De Woody Allen, ove elogia il triplice livello in cui, tra ingegno e poesia, si mescolano immaginazione e realtà de La Rosa Purpurea del Cairo, annoverandolo in quei capolavori dai quali qualsiasi altra opera viene inevitabilmente influenzata e ispirata. Ad un altro aspetto è, invece, dedicato il volume Woody Allen e la filosofia, in cui quindici studiosi contrappongono ad un suo pessimismo metodico un ottimismo pratico, esaminando gli interessanti spunti filosofici che offre l’autore.
Allen gioca tantissimo sulla sua componente autobiografica, avendo ammesso lui stesso più volte di essere esattamente come appare nei suoi film: insicuro, nevrotico, paranoico e goffo. Ed è così passato dalla slapstick comedy (fine anni ’60 – primi ’70) a commedie ricercate (fine anni ’80), in cui nasce una delle note più peculiari dello stile del regista: il metateatro, tecnica il cui precursore si fa risalire a Plauto, seguito da Goldoni e Pirandello (per citarne solo alcuni), emblema di una radicale rottura con le convenzioni sceniche, e che da vita a un connubio perfetto tra sentimentalismo, comicità e dramma. Dalle commedie meno impegnative della metà degli anni ’90 alla trilogia londinese che sbalordisce il pubblico, soprattutto con Match Point e Sogni e delitti (due capolavori del tutto inediti rispetto ai suoi soliti schemi), alle recentissime ambientate in Spagna, Francia, Italia; da cinquant’anni Woody sta sempre un passo avanti.

Redazione

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