15 Maggio 2024 - 22:51
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CRISI DI GOVERNO: UNA TRADIZIONE ITALIANA PLURIENNALE.

Il Covid, i vaccini, chi avrà la precedenza, zone gialle, rosse o arancioni? Con tutte queste gatte da pelare l’Italia si era quasi dimenticata del suo sistema politico. Un sistema politico che ancora una volta ha voluto mostrare la sua irresponsabilità ed egoismo, tanto “mica è in corso una pandemia!”.

Non poteva mancare certo in questo momento storico l’ennesima crisi di governo, capitata quasi come a “smuovere un po’ le acque”. In effetti era da un po’ di tempo che non sentivamo blaterare l’onorevole Salvini, o Renzi, il grande moralista del Paese.

E quindi ecco che ha avuto luogo la conferenza stampa in cui il leader di Italia Viva, ha annunciato l’uscita dall’esecutivo delle ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, e del sottosegretario Ivan Scalfarotto. La crisi di governo è così non solo annunciata, ma anche aperta.

Volendo fare un passo indietro, ricordiamo che l’attuale esecutivo si era formato nell’estate del 2019, quando Salvini aveva chiesto i “pieni poteri” sancendo la fine del governo gialloverde (M5S e Lega). Un esecutivo creato proprio con l‘intento di fermare le manie di onnipotenza del segretario leghista. Nonostante ciò, è bene ricordare, che il governo Conte era anche frutto di un accordo tra partiti molto diversi tra loro: il Movimento 5 Stelle, il Partito Democratico e Italia Viva di Renzi (nel frattempo formatosi da una costola del PD).

Se la pandemia aveva messo a tacere le divergenze tra i partiti, nelle ultime tre settimane diversi punti caldi sono riaffiorati, tra i più importanti: il ruolo e l’efficacia del Premier Conte, e l’utilizzo dei fondi del MES e del Recovery Fund dell’Unione Europea. Italia Viva è stato il primo partito critico sull’uso programmato dei soldi del MES e Renzi, qualche tempo fa, definì il governo giallorosso “giunto al capolinea”.

Oggi Renzi parla di responsabilità, affermando che “per dimettersi ci vuole molto coraggio; è molto più difficile lasciare una poltrona che aggrapparsi alla tenace difesa dello status-quo”. Per quanto riguarda la pandemia, il fondatore di Italia Viva ha affermato che “proprio perché c’è la pandemia bisognava agire”. Secondo Renzi infatti il principio democratico deve poter essere rispettato soprattutto in un contesto del genere, e che “proprio perché c’è la pandemia bisogna rispettare le regole democratiche; se durante la crisi non le rispetti, allora la democrazia non serve più a niente”. L’ex premier ha continuato affermando che le azioni dei membri del suo partito sono tutt’altro che irresponsabili, e che al momento sono necessarie per stabilire un punto di svolta.

Le domande ora sono molteplici, e tra le prime: “quali saranno gli sbocchi della crisi?”. Gli scenari nel caso della effettiva caduta del governo sono diversi: si parla di un nuovo governo Conte con una nuova maggioranza parlamentare; un altro governo che preveda un Premier diverso da Conte, o addirittura nuove elezioni. Renzi, sui futuri scenari, si è dimostrato abbastanza aperto, e ha concluso il suo discorso con l’ennesimo martirio politico: “Non mi interessa del mio destino, ma solo di quello del Paese”. Comunque al momento è troppo presto per prevedere cosa accadrà nei prossimi giorni, quello che è certo è che l’Italia, e soprattutto il suo sistema politico, non si smentisce mai. Siamo troppo legati alle nostre tradizioni per poterle abbandonare: le tradizioni VANNO RISPETTATE. Ogni due o tre anni ci deve essere la crisi di governo? E bene, anche quest’anno c’è stata.

A cura di Federica Boscaino.

Redazione

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