Benché Roma sia universalmente nota per la sua storia e per la bellezza dei suoi splendidi tesori che ne fanno un vero e proprio museo a cielo aperto, non tutti sono consapevoli di risiedere in una delle città più misteriose d’Italia. Il culto della morte e dell’esoterico e l’incredibile numero di apparizioni ultraterrene registrate durante il corso degli anni, sono infatti una costante nella storia della capitale fin dalla sua fondazione.
Già durante l’antica Roma, infatti, erano molto sviluppati culti misterici di carattere sincretico come quello zoroastriano del dio Mitra, nato secondo la leggenda il 25 Dicembre, e quello egiziano della dea Iside, che secondo gli storici sarebbe la precorritrice della Vergine.
Uno dei luoghi più carichi di mistero è certamente Piazza Vittorio Emanuele II (meglio nota come Piazza Vittorio). All’interno del giardino sito al centro della piazza, sorge la cosiddetta Porta Alchemica o Porta dei Cieli, costruita dal marchese Massimiliano Palombara di Pietraforte intorno alla metà del ‘600. Secondo la leggenda, un famoso alchimista passò una notte nel giardino della villa del marchese Palombara (che sorgeva sopra l’attuale Piazza) alla ricerca di erbe misteriose. All’imbrunire, fu visto sparire attraverso la porta lasciandosi dietro alcune pepite d’oro e un manoscritto che, sempre secondo la leggenda, racchiudeva i segreti per la produzione della pietra filosofale.
Su Via Veneto, sorge il Convento dei frati Cappuccini costruito sul finire del diciassettesimo secolo. Al di sotto della chiesa è ospitata la famosa cripta-ossario. Tale struttura, divisa in cinque cappelle, è decorata dalle ossa di più di 4000 frati cappuccini. Tutto è costruito con ossa, dai lampadari agli orologi. Celebre è l’epigrafe al di sopra della porta d’ingresso alla cripta:” Quello che voi siete noi eravamo; quello che noi siamo voi sarete.”
Dello stesso periodo, è la triste storia della baronessa Beatrice Cenci. La cronaca dell’epoca riporta che la nobildonna romana fu fatta decapitare a castel Sant’Angelo, contro il volere del popolo che la considerava un’eroina, come pena per l’assassinio del padre, colpevole di numerosi soprusi sulla ragazza e su tutta la famiglia.
Il corpo di Beatrice Cenci, però, non ebbe pace neanche nei secoli successivi. Durante la prima repubblica romana, i francesi saccheggiarono e profanarono la sua tomba. Secondo la leggenda, la notte tra il 10 e l’11 Settembre, il fantasma di Beatrice Cenci si aggirerebbe per le vie attigue a castel Sant’Angelo tenendo in mano la propria testa decapitata.
A ridosso della Fontana di Trevi si erge la chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio, restaurata in stile barocco per volontà del cardinal Mazzarino, Primo Ministro del Regno di Francia sul finire del ‘600. Attualmente chiesa del popolo bulgaro a Roma, venne definita dal Belli: “un museo de corate e de ciorcielli”. Al suo interno, infatti, sono raccolti tutti i precordi dei pontefici da Sisto V a Leone XIII. Durante l’imbalsamazione, immediatamente successiva al rito del “Vere Papa mortus est”, si procedeva all’espianto dei precordi che venivano portati successivamente in questa chiesa da un cameriere segreto papale durante una solenne processione accompagnata dal suono delle campane a morto di tutta la città. Proprio per questa sua particolare destinazione e per la vicinanza al Quirinale, già residenza papale fino alla presa di Roma, ricevette il prestigioso titolo di “Parrocchia Pontificia”
Accanto al “Palazzaccio”, sede della Corte Suprema di Cassazione, è sita la chiesa del Sacro Cuore del Suffraggio; costruita sul finire dell‘800, è uno dei rarissimi esempi di neogotico a Roma e la sua facciata riprende quella del Duomo di Milano. All’interno della sagrestia, è ospitato il Museo delle Anime del Purgatorio. La decisione di creare un tale museo, è successiva ad un incendio sviluppatosi pochi anni dopo la costruzione. Le fiamme distrussero buona parte di una cappella interna e rivelarono quella che fu interpretata dal parroco dell’epoca come il viso di un anima sofferente del purgatorio.
Ma anche ai giorni nostri il macabro continua ad essere una costante della città eterna. Il cimitero monumentale del Verano ospita “l’Arciconfraternita dei Trapassati” che si occupa delle tombe di molti romani. Suggestiva è la visita alle tombe curate da questa Arciconfraternita; la parte più antica, infatti, è situata sotto una cappella monumentale. La discesa alle tombe è piuttosto particolare: la profondità è notevole e l’illuminazione delle luci perpetue è scarsa. Gli amanti del tetro sono avvisati.
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