28 Marzo 2024 - 23:27
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“VOLTIAMO LA CARTA”…INSIEME!

Una gita fuori porta, improvvisata all’ultimo minuto, decido di passare una domenica diversa insieme ad un’amica all’insegna della cultura. Direzione L’Aquila. Dal 9 all’11 ottobre si tiene la terza edizione di un festival dell’editoria indipendente. Nel corso della giornata tra incontri con autori, chiacchiere con i rappresentanti delle piccole case editrici e condivisione di pensieri, ho modo di conoscere l’organizzatrice dell’evento, Valeria Valeri, e di farle qualche domanda per conoscere meglio un’iniziativa importante e diversa come quella di “Volta la carta. Libri e non solo a L’Aquila.

Buongiorno Valeria, partiamo dal nome: Perché questo titolo? Perché “Volta la carta”?

“Volta la carta” è il titolo di una canzone di De André a cui tutti noi (organizzatori dell’iniziativa), per motivi diversi, siamo molto legati. A due anni dal terremoto ci eravamo stancati di essere e di sentirci dei terremotati, così abbiamo voluto passare lo stesso messaggio ai nostri concittadini: “voltare la carta”, ricominciare davvero. Ogni volta che usiamo questo titolo la “Fondazione De André” ce ne concede l’uso gratuito.

 Senza dubbio un bel modo per ricominciare. Quando questo progetto ha avuto inizio e quale è stato il motore primo che lha spinta a pensare ad un’iniziativa del genere?

La prima edizione della fiera dell’editoria indipendente “Volta la carta. Libri e non solo a L’Aquila” si è tenuta nel maggio del 2011. Della nostra associazione di promozione sociale “L’Aquila volta la carta” fa parte un’agenzia grafica che è anche una piccola casa editrice, la Arkhé. Dopo il terremoto del 2009 c’è stata una vera e propria bulimia letteraria, alla quale non si è sottratta neppure l’Arkhé. Andando a presentare i suoi libri in giro per l’Italia, abbiamo conosciuto molti autori e ci è venuto in mente che dovevamo portare quel pubblico e quegli autori nella nostra città, perché vedessero e se ne facessero un’idea. Gli stand letterari degli editori indipendenti sono affiancati da quelli dell’artigianato locale.

 Come è organizzato il programma del festival?

Il programma si articola in diversi momenti dalle presentazione di libri, a conferenze, reading, mostre fotografiche e naturalmente le case editrici che, con i loro stand, portano in fiera le novità del settore. Il lettore avrà la possibilità di aggirarsi negli spazi del Palazzetto dei Nobili non solo circondato da libri, ma anche imbattendosi in stand dell’artigianato locale d’eccellenza che negli anni ha rappresentato l’oreficeria, l’abbigliamento, la pittura e la creazione di gioielli di bigiotteria (anche realizzata in carta) e l’arte della lana dal fiocco al manufatto.

Essendo Lei responsabile e organizzatrice, mi sono anche chiesta: vivendo a pieno l’esperienza di “Volta la carta”, ci sono stati degli incontri con alcuni autori che lhanno particolarmente colpita, rafforzando e sostenendo la sua idea?

Ogni incontro organizzato all’interno della fiera o durante altre manifestazioni (aperitivi letterari, presentazioni singole, un progetto per gli universitari) ci insegna qualcosa e ci arricchisce, nel bene o nel male. Abbiamo ricevuto tante porte in faccia, abbiamo presentato libri con pochissime persone, abbiamo avuto spesso difficoltà economiche e di gestione. Gli autori incontrati in questi anni (alcuni dei quali sono diventati nostri amici) ci hanno insegnato molto e ci hanno dato l’opportunità di entrare nel mondo dell’editoria anche dal loro privilegiato punto di vista. Grandi emozioni quelle con Andrea Camilleri, Margherita Hack e Flavio Insinna, ma non posso dimenticare gli affettuosi ritorni di autori come Gaetano Savatteri, Pino Scaccia, Alfonso Celotto, Paolo Di Paolo o Catena Fiorello.

 Che tipo di rapporto ha con la scrittura, per averne una così ampia e bella visone d’insieme?

Ho scritto da sempre anche se negli ultimi anni non quanto desidererei, ho pubblicato qualcosa ma credo che ormai la mia dimensione sia la promozione. Il resto lo fa la passione per la lettura, per le idee o i racconti diffusi su carta, per la testardaggine di chi pensa di avere talmente tanto e di importante da dire da volerlo dire a tutti e cercarsi un editore.

 Infine, ad una simpatica e bravissima professoressa/organizzatrice come Lei, Le chiedo: cosa direbbe oggi ai ragazzi che vorrebbero lanciarsi nel mondo della scrittura o dell’editoria?

In questi anni abbiamo conosciuto un mondo non semplice e non facilmente accessibile. L’editoria indipendente poi ha anche il grande problema della distribuzione. Non è semplice trovare un contesto senza problemi, però, così direi a chiunque, a prescindere dall’età, di provarci a prescindere, a patto solo di crederci fermamente. Oggi esistono tante forme alternative di pubblicazione (book on demand, per esempio) che, se presentano il rischio di far intasare il mercato con roba non proprio di qualità, danno l’opportunità a chiunque di poter esprimere liberamente quello che ha da dire.

Sicuramente un’occasione da non farsi scappare con la prossima edizione!

 

A cura di Benedetta Barone

Redazione

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