18 Aprile 2024 - 21:43
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Una Piaga tanto radicata quanto invisibile

Quando Transparency international pubblica, a Dicembre di ogni annoil nuovo CPI, ovvero l’indice di percezione della corruzione nel mondo relativo ai vari Stati, i dati dell’Italia vengono sempre accolti con incredulo stupore. Transparency International è un’organizzazione internazionale non governativa che si occupa di corruzione dal 1993; per le sue indagini, adotta dati statistici basati su interviste fatte ad imprenditori e uomini d’affari. Il CPI si propone di riportare quanto la corruzione sia percepita da chi opera nel settore economico di un determinato paese. Gli intervistati, in quanto professionisti a stretto contatto con la realtà economica e sociale dell’ambiente in cui operano, sono presumibilmente non soggetti a pregiudizi e facili generalizzazioni nel momento in cui rispondono, e ciò  garantisce l’attendibilità dell’indice. Ebbene, secondo l’ultimo CPI, l’Italia risulta tra i paesi più corrotti in Europa e si posiziona a metà nella classifica mondiale. Certo, c’è chi critica i metodi di misurazione della corruzione adottati da Transparency, contestando l‘indice e sottolineando che delle interviste non possono mai essere sicure testimonianze della realtà. In ogni caso, non è una novità che il Belpaese non brilli per trasparenza e meritocrazia e, dato che la corruzione rimane pur sempre un fenomeno difficilmente riportabile tramite dati statistici, le indagini di Transparency sono quanto di più veritiero si possa ottenere. E’ innegabile che il fenomeno rappresenti una delle più gravi piaghe del nostro Paese, oltretutto testimoniato da numerosi fatti di cronaca. La corruzione, al di là del senso di arrendevolezza e del pessimismo che porta con sé, ha ricadute negative anche sulla vita economica del paese poichè scoraggia gli investimenti esteri. Per non parlare del contributo che porta al fenomeno della fuga dei cervelli, giovani italiani ben istruiti che emigrano all’estero certi di non poter essere adeguatamente valorizzati in Italia. La corruzione, infatti, colpisce prima di tutto i giovani, il motore della società, sminuendo il valore dell’impegno e dell’iniziativa e imponendo il peso del potere dall’alto a chi maggiormente dovrebbe sentirsi libero di intraprendere un percorso professionale in sintonia con le proprie passioni.  Fortunatamente, la macchina legislativa in Italia non è rimasta inerte dinanzi a scandali e proteste e negli ultimi anni sono state intraprese molteplici iniziative a proposito. Tra le più significative, la legge n.190 del 2012 e il ddl anticorruzione attualmente in discussione alla Camera dopo l’approvazione del Senato. Ad ogni modo, tutto ciò non basta e i numerosi problemi che l’Italia sta attraversando non devono mettere in secondo piano uno dei più grandi ostacoli alla crescita del nostro Paese. 

Redazione

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