23 Aprile 2024 - 10:11
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Trascrizioni Same-sex marriage: da Neruda a Penna, la delicata questione sbarca in Campidoglio.

“Se saprai starmi vicino,// e potremo essere diversi, // se il sole illuminerà entrambi // senza che le nostre ombre si sovrappongano, // se riusciremo ad essere “noi” in mezzo al mondo // e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.

Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo // e non il ricordo di come eravamo, // se sapremo darci l’un l’altro // senza sapere chi sarà il primo e chi l’ultimo // se il tuo corpo canterà con il mio perchè insieme è gioia…

Allora sarà amore // e non sarà stato vano aspettarsi tanto”.
-Pablo Neruda
E tanto hanno aspettato le sedici coppie che lo scorso 18 Ottobre hanno visto riconoscersi – dallo Stato Italiano – non solo come contribuenti ma come famiglia; insomma, proprio quella sancita dall’art.29 della nostra Costituzione.
Nonostante la circolare di Alfano che invitava i Prefetti ad annullare simili “indecenze” e nonostante i diktat del Prefetto Pecoraro, il Sindaco Marino ha fatto ciò che l’Europa chiedeva e ciò che il buon senso condurrebbe a fare: in Italia ci sono 16 bellissime nuove famiglie.
Non si è trattato di dichiarare che queste persone si sono sposate in Italia – sicché è da quattro anni che la Corte Costituzionale invita il Parlamento a legiferare in tal senso – ma semplicemente si certifica l’esistenza di un rapporto riconosciuto all’estero.
Bisognerebbe spiegare al Ministro che una certificazione di tal genere può servire a diverse cose: per provare in giudizio la durata e lastabilità della convivenza; per godere dei diritti attribuiti al coniuge dalla legislazione europea, consentendo così l’ottenimento del permesso di soggiorno per ogni cittadino di un altro Paese dell’Unione Europea che voglia stabilirsi in Italia con la persona che ama.
Insomma, non sembra così difficile e da eccelsi giuristi intuire ciò, ma al contempo non si richiedono al Signor Ministro sforzi superiori alle proprie capacità.
Le trascrizioni sono quindi illegittime?
Legum servi sumus ut liberi esse possimus!
La legge prevede che la trascrizione possa essere negata soltanto in quanto contraria all’ordine pubblico, e non ci pare il caso del matrimonio fra persone dello stesso sesso.
Diremo di più – in ordine all’articolo 95 della legge 396/2000 – soltanto l’intervento dell’autorità giudiziaria – e non del Prefetto -potrebbe pronunciarsi in merito alla validità di un atto trascritto.
Preso atto della propria incompetenza, il Prefetto Pecoraro ha sollecitato l’intervento della Procura che però gli ha risposto a picche.
Nella speranza di trovare un’onorevole uscita da questo “cul de sac”, non potendo esperire vie giudiziarie, il degno rappresentante del Governo potrebbe esperire quella amministrativa, con il rischio – però – che il provvedimento possa essere impugnato dinanzi al Tar.
La civiltà avanza ed in casi come questi sembra impossibile cercare di arginare la falla in una diga ponendoci sopra un dito.
Al bando l’odio e la diffidenza, e come scriveva Sandro Penna ai Moralisti: “Il mondo che vi pare di catene tutto è tessuto d’armonie profonde”.

Redazione

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