29 Marzo 2024 - 6:16
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Studio Pivot – Art hunting&counseling

La serata è pungente; nei vicoli della bella capitale luci ed ombre si susseguono in una danza dolce ed armoniosa. “E’ il luogo perfetto” penso “per incontrarle”.
Tra le intricate vie limitrofe a Piazza Navona, mi intrattengo con le fondatrici dello studio d’arte Pivot: Vittoria De Petra, Elisa Gavotti Basili e Beatrice Roccetti Campagnoli.
La curiosità mi assale e chiedo immediatamente il motivo per cui quattro ragazze “under 25” si siano imbarcate in un’iniziativa tanto grande quanto azzardata per i tempi bui che corrono per noi giovani. Elisa subito puntualizza che è un errore interpretare l’arte come una materia poco redditizia o comunque alla quale viene lasciato poco spazio; l’obiettivo di ognuna è quello di dimostrare come l’arte possa essere la passione di ognuno e soprattutto dei giovani. I giovani infatti sono l’obiettivo dello studio: si vuole rilanciare la creatività ed il talento di ogni giovane voglioso di esternare la proprio passione! Beatrice aggiunge inoltre spiegandomi che l’iniziativa è nata per gioco due anni fa dall’amore per l’arte di queste studentesse che, dal nulla, hanno ideato un nuovo metodo di diffusione della cultura artistica contemporanea che propone una novità fondamentale rispetto alle normali gallerie; lo studio non ha una fissa sede dove esporre! Le ragazze infatti, in particolare Beatrice, organizzano esposizioni di opere di giovani artisti talentuosi andando a ricercare il luogo più adatto al tema che l’autore suggerisce nei propri lavori. Sostengono infatti: “la città è la nostra galleria” ed ancora: “noi lavoriamo sugli spazi della città perché Roma ne ha moltissimi e vanno sfruttati. Ed è questa la novità: non avendo uno spazio fisso siamo obbligate a lavorare con gli spazi e con gli artisti. Nelle nostre mostre troverai sempre uno spazio nuovo ed un artista legato a quello spazio”.
L’innovazione dello studio la si riscontra anche nel trattamento dell’artista nel corso della sua carriera: egli non viene mai abbandonato dallo studio, che inoltre gli dà la possibilità di vendere le proprie opere a svariati acquirenti, e percorre la sua crescita artistica continuando ad organizzare con lo studio diverse esposizioni dai temi più svariati ed ovviamente attinenti al luogo di esposizione!
Lo studio Pivot è figlio della “generazione dei creativi”. Le ragazze ci definiscono così: ”noi siamo la generazione di coloro che si inventano qualcosa. Studio Pivot è nato durante la crisi e dalla crisi! Noi dobbiamo sfruttare la crisi per creare qualcosa di nuovo ed andare avanti”. Solo inventando, la nostra generazione può ritrovare quella stabilità che sembra oramai perduta. Dai momenti bui bisogna ricavare tutto quel che di buono si può trovare al fine di poter ricominciare nel miglior modo possibile. Come dice infatti Bauman: “La nostra vita è un’opera d’arte che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no. Per viverla come esige l’arte della vita dobbiamo come ogni artista, quale che sia la sua arte, porci delle sfide difficili (almeno nel momento in cui ce le poniamo) da contrastare a distanza ravvicinata; dobbiamo scegliere obiettivi che siano (almeno nel momento in cui li scegliamo) ben oltre la nostra portata, e standard di eccellenza irritanti per il loro modo ostinato di stare (almeno per quanto si è visto fino allora) ben al di là di ciò che abbiamo saputo fare o che avremmo la capacità di fare. Dobbiamo tentare l’impossibile. E possiamo solo sperare senza poterci basare su previsioni affidabili e tanto meno certe di riuscire prima o poi, con uno sforzo lungo e lancinante, a eguagliare quegli standard e a raggiungere quegli obiettivi, dimostrandoci così all’altezza della sfida.”

Redazione

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