19 Aprile 2024 - 8:30
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ROMA DIPINTA DI BLU  

Chiunque avrà sentito parlare almeno una volta di Banksy, che con il suo Flower Thrower, Il lanciatore di fiori, o i suoi Kissing coppers, I poliziotti che si baciano ha sconvolto un’era e ha dato inizio a quella che oggi conosciamo come la street art.

Ma chi è BLU? Un nome apparentemente semplice per un artista che semplice non è. Un personaggio dalle molteplici sfaccettature, inafferrabile e in continuo sviluppo che, partendo dall’Italia, ha portato la sua arte di denuncia nei luoghi più remoti del mondo.

BLU nasce a Senigallia, ma inizia il suo percorso artistico a Bologna quando, nel 1999, effettua i suoi primi graffiti con bomboletta spray. Questi saranno i suoi unici lavori riconducibili al writing. Dal 2001 passerà all’uso di tempera e rulli, che utilizzerà negli anni successivi per sviluppare il suo stile dalla forte identità artistica e politica, che lui stesso definirà con il termine “drawing”. BLU non scrive slogan, non fa tag, non si firma; BLU disegna e lo fa per lasciare il segno.

L’ignaro passante che si imbatte nelle sue opere non può far altro che restare interdetto davanti alle sue scene quasi post apocalittiche, in cui creature umanoidi lottano contro mostri malvagi: la globalizzazione, la deforestazione, il consumismo e le guerre. Evidente in ogni sua scena è  l’influenza dalla satira e della pubblicità, da cui ha imparato ad essere sfacciato, con un linguaggio crudo e al contempo ironico, ma sopratutto a risultare invasivo, mostrandosi nei luoghi più differenti. Nonostante la sua arte abbia raggiunto i luoghi più remoti del globo, da Belgrado al Nicaragua, sarà sufficiente passeggiare per Roma per scorgere i suoi murales.

Il quartiere Ostiense è stato il primo ad ospitare BLU. Qui la facciata dell’ex-caserma dell’Aeronautica, in via del Porto Fluviale, è diventata la sua duplice tela. “I mille volti di BLU” è il nome attribuito al murales che ha trasformato la facciata laterale della ex-caserma in una molteplicità di variopinti volti umanoidi. La fusione tra architettura ed opera è totale. Le finestre diventano gli occhi inespressivi, ma allo stesso tempo penetranti, di queste  spaventose creature. Il risultato è strabiliante e BLU stesso, nel suo blog, definisce l’intero progetto come una delle esperienze migliori della sua vita.

La sua opera sulla ex-caserma però non termina qui. Una gru al posto dell’albero maestro, scavatrici e incombenti palazzi grigi fanno da struttura a quella che è una nave-città, sotto l’assedio di omini rossi, che si scontrano con grigi militi, armati di scudi e manganelli. Il messaggio è esplicito: BLU, attraverso un linguaggio crudo e simbolico, rappresenta due temi che gli stanno fortemente a cuore e che sono espressione di ciò che la ex-caserma, occupata nel 2003, rappresenta: la lotta per la casa e la speculazione edilizia, contro cui lotta da sempre.

E’ proprio questa sua lotta che lo ha portato, nel marzo scorso, a cancellare nel centro storico di Bologna due delle sue opere più famose, che sarebbero altrimenti finite in mostra. “Non ci saranno finché i magnati mangeranno” commenta BLU nel suo blog, quasi a voler dire con un gesto plateale “Non mi avrete mai”. Questo il messaggio di un artista che si batte per un’arte che sia di tutti, un’arte libera, non schiava del compenso e della privatizzazione edilizia.

Spostandosi poi nella periferia nord-est della città, a Ponte Mammolo, è possibile scorgere il suo più recente lavoro romano: una spirale multicolore,   che, letta dal basso verso l’altro, ci presenta l’intero corso della civiltà: nel fondo della spirale troviamo le prime forme di vita, che salendo diventano dinosauri, per arrivare poi alla comparsa dei primi ominidi e allo sviluppo delle grandi civiltà, di cui sono simboli le piramidi e il Colosseo.

Cosa sconvolge però è l’ultimo cerchio della spirale, in cui i colori vanno a sfumarsi in un grigio spento e in cui carri armati, palazzi e scavatrici compaiono e si sgretolano nel vuoto. E’ lo sgretolarsi della terra e la caduta della civiltà nell’abisso più profondo. Un altro messaggio forte per un artista che non ha paura di lasciare interdetti.

Da questa passeggiata romana capiamo che i luoghi e le scene sono le più svariate, ma la sfida è una ed evidente: promuovere il recupero urbano, sostenere le lotte sociali, quelle degli ambientalisti, di chi lotta per la casa, di chi combatte al confine. Tutto ciò partendo da luoghi apparentemente insignificanti e abbandonati, che l’artista trasforma non solo in pungenti manifesti di denuncia, ma allo stesso tempo in vere e proprie opere d’arte a cielo aperto.

E sono proprio alcuni del comitato Mammut, con cui ha collaborato nel suo ultimo progetto, a sostenere: “Le opere di Blu portano un tocco di colore in un quartiere grigio non solo nell’estetica, ma anche nella carenza di servizi, di lavoro, di spazi verdi e di socialità.”

Nel blu dipinto di blu” canta Domenico Modugno, ma alla fin fine anche il grigio di Roma dipinto da BLU non è poi così male.

 

A cura di Camilla Lavino

 

 

 

 

Redazione

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