23 Aprile 2024 - 8:24
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NOI RAGAZZI A 25 ANNI DALLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO

Per chi come me nacque in quel novembre del 1989 fa uno strano effetto passeggiare oggi per Berlino, perdersi nelle strade del quartiere Mitte, mangiare  in uno dei tipici locali adiacenti ad Alexanderplatz, incontrarsi di sera sotto la porta di Brandeburgo con i giovani provenienti da ogni parte d’ Europa e non solo. Fa uno strano effetto vedere che quella che fu ieri la capitale di tante sofferenze, oggi è invece una città creativa, vivace, dinamica e soprattutto piena di giovani. Quei medesimi giovani che oggi possono viaggiare per il mondo senza alcuna restrizione, condividere opinioni, idee, emozioni con coetanei di qualsiasi parte della Terra. E pensare che questa libertà che a noi, nati dopo la caduta del Muro, appare scontata, non lo era prima. In passato, infatti, il nostro continente era di gran lunga più diviso di oggi e una gran parte di giovani europei, specie quelli che vivevano al di là del Muro e al di là di quella che una volta si chiamava Cortina di Ferro, certe libertà le potevano solo immaginare. La caduta di quel Muro, difatti, non fu soltanto la premessa indispensabile per la riunificazione della Germania e  per la fine del comunismo ma rappresentò  soprattutto la fine  della contrapposizione dei due blocchi in cui era diviso il pianeta dopo la II guerra mondiale e ancora l’inizio della pace e della libertà in Europa. Le picconate che demolirono il Muro restano un’ indelebile metafora della voglia di cambiamento che si respirava in quegli anni. E non è un caso che una sezione del muro di Berlino denominata “Est Side Gallery” fu il luogo di ritrovo di tanti giovani artisti provenienti da ogni parte del globo che, euforici per gli straordinari eventi che stavano cambiando il mondo, accorsero a Berlino nel 1990 per celebrare la caduta del Muro, la libertà e lo spirito di riconciliazione attraverso la realizzazione di centinaia di murales che sarebbero diventati una durevole testimonianza della gioia e del desiderio di libertà di quei giorni. Come recitano alcune scritte: “Il muro della vergogna fu dipinto affinché la libertà non sia più vergogna”. 25 anni dopo, in un Europa in cui imperversa una pesante crisi economica, e afflitta da tensioni diplomatiche come quella ucraina, è utile ricordare che il 9 novembre del 1989 il muro di Berlino non è caduto da solo, ma per effetto di una immane ondata storica fatta di processi politici e sociali, di personaggi grandi e piccoli, di idee nuove che hanno dato all’Europa la base di quei valori di libertà e pace su cui oggi si fonda. Malgrado le istituzioni e i governi europei non siano stati portatori di un concreto impegno politico e non siano riusciti ad imprimere nei confronti di noi giovani una ritrovata voglia di futuro, l’augurio è che i giovani europei di oggi ritrovino la consapevolezza di quel passato e portino avanti il lavoro per la pace e la giustizia iniziato 25 anni fa per superare le difficoltà del presente.

Di Giovanni Spagnuolo

Redazione

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