29 Marzo 2024 - 6:06
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La libertà di essere…

Libertà. Liberi di essere. Liberi di pensare. Liberi di esprimersi. Liberi di fare le proprie scelte e di percorrere il proprio sentiero. Liberi di professare il proprio Credo. Liberi di non credere a nulla. La libertà si deve riconoscere, non garantire: essa preesiste all’uomo. La libertà di essere contempla anche la possibilità di manifestare la propria fede, senza ledere o pregiudicare dignità alcuna, ma semplicemente perché si ha la volontà e necessità di comunicare e confrontarsi con gli altri. Non dobbiamo essere timorosi di svelare chi siamo, ma al contrario adempiamo all’ obbligo morale di non affermare il proprio Io per ferire o annientare chi è diverso da noi. Ecco la differenza, sottile, soggetta ad interpretazioni: ricordiamoci che si può condannare solo chi è colpevole “ al di là di ogni ragionevole dubbio”, come il nostro legislatore si è espresso. Comparando l’aspetto processuale penale a quello della vita quotidiana, forse piuttosto che sentenziare troppo celermente e facilmente, dovremmo sforzarci a trovare le fondamenta di una condanna che magari è troppo popolare per aver coraggio di confutare.

La libertà non è rivolta al singolo, ma è universale. Curiamola, accogliamola e custodiamola, proteggiamola da chi la cerca di violare, di strapparle le radici, “ostentiamo” la libertà a chi non conosce o non vuole conoscere il volto di questa. Personifichiamo il concetto in questione: proviamo a pensare che sia una dolce fanciulla che ha bisogno di attenzioni e di sicurezze da parte dei suoi tutori. Parigi, Beirut, Istanbul, Kenya, Libia, Yemen, Palestina, Afghanistan e tutti quei luoghi ove la libertà è stata attentata, è stata violentata e vittima di soprusi, non devono fungere da campanelli di allarme, ma esempi di un mondo che non vuole mollare e che non vuole abbandonare la fanciulla tradita da chi purtroppo non l’ha riconosciuta . Non dimentichiamo, rammentiamo i giorni tristi che stiamo vivendo, assaporiamo la sofferenza e l’angoscia anche quando, fortunatamente, tutto questo male sarà vinto, non solo perché il passato è sempre il miglior maestro del presente e del futuro, bensì perché abbiamo il dovere di portare avanti la fiaccola della libertà che ci ha lasciato come testimone chi per essa oggi non c’è più. Oggi viviamo una battaglia, ma la guerra dobbiamo vincerla e la vinceremo per ognuno di noi, adesso sognando e poi realizzando un pianeta che porta con sé la ricchezza della diversità essendo libero.  Prima di tutto, però, occorre capire se davvero siamo pronti ad affermare la libertà di cui parliamo: la riconosciamo anche agli altri oppure solo quando ci fa comodo? L’ipocrisia è il primo nemico da combattere dentro di noi; mostrare agli altri di essere ciò che non si è ci rende essere umani vili, oltre che privi di personalità.

Vogliamo concludere con una frase di Papa Francesco: “Libertà e speranza vanno insieme: dove non c’è speranza non può esserci libertà”.

di Francesca Ida Barletta e Anna Pascale

Redazione

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