29 Marzo 2024 - 14:27
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Intervista a Rita Santarelli

A seguito del Convegno “Etica,Solidarietà e Società” civile tenutosi presso la nostra università, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Rita Santarelli, la quale, oltre ad essere stata una delle donne chiave di Confindustria, al momento è presidente di Vises Onlus, un’organizzazione che opera per lo sviluppo economico e sociale. In quest’intervista emerge tutta la forza della la Dott.ssa Santarelli, una manager con un bagaglio professionale e soprattutto umano di rilievo, un esempio, un modello insomma, per noi giovani donne che cominciamo timidamente ad affacciarci al mondo del lavoro.

Dott.ssa Santarelli, Lei in occasione della sua nomina come Presidente di VISES ha scritto una lettera alla dirigenza italiana in cui  dice: -Provengo dalla Confindustria, all’interno della quale ho trascorso una proficua vita di lavoro e mi sento impegnata, con questo incarico nel volontariato che ho accettato con entusiasmo, a “restituire” agli altri le esperienze che la vita professionale mi ha permesso di maturare- . A tal proposito quale esperienza professionale è stata in questi mesi, e sarà in futuro, più utile ai fini della sua presidenza nell’Associazione?
Sono stati 6 mesi intensi,nei quali ho,soprattutto,cercato di comprendere un mondo che non conoscevo. Quindi ho ascoltato chi prima di me aveva fatto questa esperienza e poi ho cercato di individuare un modello di gestione efficace e una linea strategica da perseguire. E qui mi stanno aiutando le competenze manageriali di base che ogni dirigente ha potuto sperimentare nella sua vita professionale. Mi riferisco, ad esempio,alla capacità di progettare e avviare progetti complessi,alla gestione delle persone,al posizionamento sul mercato,allo sviluppo di una moderna attività di comunicazione,alla verifica puntuale del rapporto tra obiettivi da cogliere e risorse da destinare.

In numerose interviste Lei ha sottolineato la crisi di valori nel nostro Paese,  configurando tale momento storico come un “periodo di emergenza antropologica”  citando le parole del Cardinale Bagnasco. Pertanto quali sono gli “insediamenti ” più urgenti che la VISES si propone di attuare per far fronte alle difficoltà odierne ?

Proprio lo scorso 15 maggio,presso la Luiss,università che si caratterizza per la sua sensibilità ai temi sociali,Vises ha tenuto il Convegno Etica,Solidarietà e Società civile,al quale hanno partecipato numerosi relatori di grande livello. L’obiettivo era il confronto sulla rinascita di un sistema valoriale diffuso nel nostro Paese. Noi siamo convinti,e il dibattito di qualità del Convegno lo ha confermato,che una crescente voglia di solidarietà,coesione e affermazione etico-valoriale si va sempre più’affermando nella nostra società’. Dare voce alle forze che vogliono reagire positivamente per ricostruire un tessuto sociale più’ sano ed equilibrato e’,intrecciato ad azioni concrete sul piano della solidarietà,un impegno forte e strategico di Vises.

Vises è nata nel 1987 dall’impegno di alcuni manager di aziende pubbliche e private che hanno deciso di diventare volontari e sfruttare le loro competenze professionali per dedicarsi all’ ”altro”. Dunque già dalla fine degli anni ’80 la vostra associazione si è fatta promotrice della cosiddetta Corporate Social Responsability, un concetto che, noi studenti di economia lo sappiamo bene, è oggi quasi una moda. Ci chiediamo quindi, possono le aziende davvero fare la differenza? Può l’internalizzazione della CSR nella cultura aziendale trasformare le imprese da macchine del profitto in agenti attivi nella costruzione di un mondo migliore?

Io credo proprio di si’. Se un’azienda e’sana ed eticamente orientata,il suo profitto,il suo sviluppo non potranno che trarne beneficio evidente e misurabile. Infatti se l’impegno etico di rivolge al suo interno nei confronti di coloro che nell’azienda operano e all’esterno verso gli interlocutori che,a diverso titolo,a lei si rapportano,il risultato non potrà che essere benefico per tutti e l’azienda prospererà. Se fosse solo una moda passerebbe ed invece si sta’rafforzando ormai a livello globale.

Dott.ssa, due punti del vostro programma di intenti ci hanno particolarmente colpito: Nel vostro sito scrivete che Vises si dedica alla promozione sociale delle donne e alla tutela dei beni culturali. Questi sono due temi caldi a noi molto cari, quanto ancora l’Italia è indietro e quanto potrebbe beneficiare dal giusto impiego di due potenti motori quali le donne ed il patrimonio artistico/culturale?

Nonostante i tanti passi avanti compiuti,la società italiana rimane afflitta da un evidente deficit di democrazia paritaria. Quindi Vises ha intenzione di sostenere fortemente, con progettualità ed iniziative, tutte quelle politiche integrate del lavoro e del welfare che possono risolvere il dramma dell’esclusione e dell’abbandono del lavoro da parte delle donne,le politiche di prevenzione e contrasto della violenza verso le donne,le politiche, infine,che favoriscano la presenza delle donne ai vertici delle Istituzioni e delle aziende. Per quanto riguarda l’attenzione alla Cultura e’ risaputo che l’Italia e’,dal punto di vista del possesso di beni culturali,il primo al mondo. Eppure l’attenzione alla gestione moderna ed efficace di questo patrimonio immenso che abbiamo avuto in sorte e’,a dir poco,deplorevole. Come pure la cura per uno sviluppo del nostro turismo che valorizzi coerentemente le risorse culturali e’sciatta ed episodica. Quindi anche in questo ambito,con le nostre modeste forze,vogliamo cercare di dare un contributo fattivo. Stiamo studiando progetti che possano essere utili e al servizio del nostro Paese.

Redazione

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