25 Aprile 2024 - 4:57
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Il sogno della vita

I sogni. Cos’è il sogno? E’ ciò che dà colore alla vita, all’esistenza di ognuno di noi, è ciò che ci dà la stessa vita. Il sogno porta a realizzare quello che fino ad un istante prima sembrava impossibile e, magari, lo era. Il sogno è quella bacchetta magica della Fata Turchina o di Harry Potter che rende tutto incredibilmente incantevole. Il sogno è ciò che ti fa rialzare dopo le sofferenze, i dolori più stremanti, è quel qualcosa che dà forza anche laddove la forza ti sembra una virtù lontana e che non fa per te.

I sogni sono il motore dell’esistenza, non solo del singolo, ma della comunità intera. Spesso i sognatori sono etichettati come coloro che non mantengono i piedi per terra, troppo poco razionali. Vero, anzi verissimo, infatti sono quegli uomini e quelle donne che spiccano il volo ed è altrettanto veritiero che solo chi ha le ali può raggiungere le stelle e può godersi uno spettacolo che colui che rimane ancorato al terreno non riesce a scorgere.

Solo chi vola può vedere quell’infinito che Leopardi vede oltre la siepe. In fondo la vita è un sogno. Per chi crede è quel progetto di Dio che solo nei migliori sogni si può osservare, per chi è ateo o agnostico l’esistenza è in ogni caso quel sogno che prima o poi diviene la realtà e che svanisce, ma comunque, ed in qualche modo, nasce come sogno.

Il momento storico in cui ci troviamo, le tragedie che si susseguono incessantemente nel mondo, le morti di anime innocenti per mano di chi predica un Dio che certamente non vorrebbe tutto quel sangue. Famiglie che a stento riescono a portare il pane ai loro figli. Cosa succederebbe se a quei bambini, a quelle famiglie, a quelle persone si togliesse il sogno di una vita migliore, di una vita che toglie, ma che poi dà? Il sogno altro non è che la speranza in qualcosa e anche il più razionali dei razionali custodisce la speranza in qualcosa: i dibattiti, le polemiche nell’“arena” politica, e non solo, sono frutto di quella speranza che sì vacilla, ma che non si dissolve nel nulla, anzi in maniera inspiegabile sopravvive. La luce brilla dove c’è il buio, altrimenti non si coglierebbe in alcun modo.

Noi abbiamo il diritto di sognare, noi abbiamo il dovere di sognare, di credere che la vita attende noi, attende TE; attende TE che studi nella speranza di un futuro che tutti ti dicono che non sarà quello dei tuoi genitori, che il lavoro non c’è, che la pensione non ce l’avrai mai; attende TE che sei nell’attesa di uno stipendio che ancora sembra lontano anni luce; attende TE che sei seduto alla scrivania oppure in giro a lavorare per i tuoi figli, per la tua famiglia; attende TE che sei in Siria che pensi che il tuo avvenire sia segnato: la morte; attende TE che sei seduto tra i grandi della politica nazionale ed internazionale e che pensi che il tuo lavoro non serva a niente di fronte a tanta sofferenza umana ed in mezzo a tanta malvagità.

Ognuno di noi è al mondo per un motivo, per uno scopo, ognuno può fare la differenza, ognuno ha una fiamma dentro di sé che sprigiona energia, deve essere alimentata, ma di certo neanche il peggiore dei venti riuscirà a spegnere. Questo è il mistero inspiegabile della vita: ciascuno si appende ai propri sogni, spesso in silenzio, spesso senza pronunciarli per paura che ancora una volta non si realizzeranno.

Abbiamo un sogno, quello più grande, è questo quello giusto. Laddove vacilliamo, laddove tutto sembra scuro, tetro ed incolore tendiamo la mano, qualcuno ce la verrà a prendere, e lì che il sogno comincerà a prendere forma. Forse vi chiederete: ma questa ragazza sa come va la vita? Nella fortuna che ho avuto, qualcosa ho visto, ho osservato, ho ascoltato, ma io sono una sognatrice, sono una ragazza che progetta tramite i sogni più impossibili, altrimenti se fosse qualcosa di facile realizzazione non avrebbe tale denominazione.

Vorrei chiudere questo flusso di pensieri, che lascio appositamente in disordine, con un avvenimento. Un giorno di inverno parlavo con un bambino, allora di dieci anni, che è venuto in Italia dall’Egitto, lui mi regalò il racconto della sua giovane vita, o meglio della parte più drammatica della sua esistenza. Bene, lui mi disse che aveva visto morire suo zio, suo nonno, i suoi parenti di fronte a lui, subito dopo mi disse: “Poi siamo venuti in Italia” e continuò a fare i compiti con gli occhi di chi sa che il suo futuro è ancora da scrivere, da vivere, da accogliere. Chi siamo noi per smettere di sognare se chi avrebbe motivo per rassegnarsi ad una vita troppo crudele per quell’élite? In fondo tutti siamo stati, siamo e saremo dei grandi sognatori all’interno del sogno più bello: la vita.

 

A cura di Anna Pascale.

Redazione

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