25 Aprile 2024 - 22:46
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House of Cards

In ogni sessione d’esame che si rispetti, la vita dello studente in crisi viene puntualmente allietata da tre cose: cibo, caffè ed un buon telefilm. Nei mesi di studio matto e disperato, le puntate di un telefilm segnano le pause dai libri; in mancanza di una vera vita sociale, i personaggi della serie tv diventano i nostri unici amici. Ad accompagnare questa mia ultima sessione universitaria i 26 capitoli di House of Cards, il thriller politico prodotto da Netflix, colosso americano specializzato nello streaming on demand, che in Italia è trasmesso da Sky (nel poco libero mercato italiano, ahinoi, Netflix non è ancor potuto entrare a causa dei dominanti incumbent Sky e Mediaset Premium). House of cards, che nella lingua di Dante tradurremmo come “il castello di carte”, è tratto dal libro di Michael Dobbs, e svela gli intrighi del potere che si annidano tra le mura della Casa Bianca. Protagonista lo spietato, e determinatissimo, deputato del Partito Democratico Frank Underwood, interpretato da uno strepitoso Kevin Spacey, il quale, pronto a tutto pur di vendicarsi per uno smacco subito, trama nell’ombra, assieme alla sua Lady Macbeth, Claire Underwood, e punta senza esitazione ai vertici di Washington. “Doing Bad for the Greater Good”, questo il motto che guida le azioni di Mr. Underwood che incarna il prototipo del perfetto Principe Machiavelliano.
Dobbiamo ammettere però che nei primi mesi di questo 2015 la politica italiana non è stata certo meno “spettacolare”: tra patti che vanno in frantumi, spaccature, voltafaccia, patetici video anti-euro, nuovi tormentoni musicali, jobs act &Co, e maratone giornalistiche senza sosta per l’elezione del Presidente della Repubblica, la “carne al fuoco” è davvero tanta. Dato che la redazione di GT poi è composta da numerosi appassionati animali politici, non abbiamo perso l’occasione per preparare un numero caldo ad alto contenuto politico!
SPOILER ALERT: Vi ricordo inoltre che dal 27 Febbraio è disponibile in streaming la terza serie di House of Cards. Nel finale della seconda stagione Mr. Underwood era riuscito nel suo intento di diventare Mr. President, dopo lo scacco matto fatto al suo predecessore tra manipolazioni e spietati intrighi.
Che poi riflettendo, in fin dei conti, un legame sottile unisce Francis Underwood al nostro attuale premier, “One heartbeat away from the presidency and not a vote cast in my name. Democracy is so overrated” . La democrazia sarà pure sopravvalutata, speriamo solo però che il nostro bel Paese non cada a pezzi come un castello di carte, intanto preparate i pop-corn che lo show continua.
GOD BLESS POLITICS!

Redazione

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