18 Aprile 2024 - 2:19
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Due pesi, due misure

Il tema sportivo più caldo dell’estate italiana (dopo i Mondiali) è stato l’elezione del nuovo Presidente della F.I.G.C. (Federazione Italiana Giuoco Calcio). Per chi non lo sapesse, verso metà luglio l’allora candidato Carlo Tavecchio (vice presidente vicario della FIGC) decise di proporsi per sostituire il dimissionario presidente Abete. Il principale ed unico avversario era Demetrio Albertini, ex calciatore desideroso di rivoluzionare il nostro movimento. Tavecchio godeva dell’appoggio quasi unanime delle leghe di Serie A, B, Lega Pro e Dilettanti, quindi una vittoria schiacciante appariva scontata, ma durante l’assemblea estiva della Lega Dilettanti si lasciò ”sfuggire” questa frase: «Le questioni di accoglienza sono un conto, quelle del gioco un’altra. L’Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare, noi invece diciamo che Optì Pobà è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così. In Inghilterra deve dimostrare il suo curriculum e il suo pedigree…». Molte persone sono rimasteindignate di fronte a tali parole. Nonostante tanti tira e molla, dichiarazioni spavalde nel rimarcare la sua candidatura, Tavecchio ha vinto.
Pochi mesi prima, più o meno ad aprile, era stata pubblicata una conversazione telefonica del settembre 2013 in cui il proprietario della squadra di NBA dei Los Angeles Clippers, Donald Sterling, parlava con la fidanzata di “minoranze” etniche, cosi da lui definite. Le parole incriminate erano: “Mi secca molto che pubblicizzi che te la fai con gente di colore…li puoi ospitare a casa tua, ci puoi andare a letto insieme, fai quel che vuoi, ma non portarli alle mie partite”. Quattro giorni dopo (4!), la Lega Americana ha squalificato a vita Sterling, ed erogato una multa da 2 milioni e mezzo di dollari, la più alta prevista dalla costituzione. All’estero se sbagli paghi, in Italia invece fai carriera con gli sbagli. Tutto qui.
Come prima mossa ufficiale, il neo Presidente ha ingaggiato Antonio Conte come commissario tecnico della nazionale. Allenatore vincente in Italia, per molti rappresenta la scelta migliore. Salta però all’occhio l’ingaggio faraonico del tecnico leccese (primo CT meridionale della storia della nazionale, ndr). Per due anni, l’ingaggio sarà di 4 milioni annui più bonus, non poco insomma. In più, su Internet si può trovare il “curriculum” penale di Tavecchio, colmo di abusi d’ufficio, evasione fiscale ed altro. Insomma, di gatte da pelare ne avrà in abbondanza, e dovrà esser bravo nel dimostrare di essere, al contrario di quel che pensano in molti, una risorsa e non un ostacolo alla rigenerazione del calcio italiano.

Redazione

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