19 Aprile 2024 - 15:02
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Addio Mio Capitano!

“Lo so che giunti al termine di questa nostra vita tutti noi ci ritroviamo a ricordare i bei momenti e dimenticare quelli meno belli, e ci ritroviamo a pensare al futuro. Cominciamo a preoccuparci e pensare: “io che cosa farò? chissà dove sarò da qui a dieci anni?” Però io vi dico: “Ecco guardate me!” Vi prego, non preoccupatevi tanto, perché a nessuno di noi è dato soggiornare tanto su questa terra. La vita ci sfugge via e se per caso sarete depressi, alzate lo sguardo al cielo d’estate con le stelle sparpagliate nella notte vellutata, quando una stella cadente sfreccerà nell’oscurità della notte col suo bagliore, esprimete un desiderio e pensate a me. Fate che la vostra vita sia spettacolare” (Robin Williams alias Jack, dal film “Jack” di Francis Ford Coppola).
Eppure Robin non ce l’ha fatta come Jack. La vita gli è sfuggita via, la forte depressione gli ha impedito di alzare lo sguardo al cielo un’ultima volta, portandolo a compiere l’estremo gesto del suicidio. Di fronte a questa tragica morte, avvenuta l’11 agosto nella sua abitazione di Tiburon (San Francisco), il mondo del cinema è rimasto senza parole, così come i milioni di fan che da subito hanno diffuso nel web pensieri e ricordi in memoria del grande attore.
Riassumerne la carriera di Robin Williams in queste poche righe è sicuramente un’impresa tanto ardua quanto inadeguata per renderne il genio e la poliedricità artistica. Ad ogni modo, però, è impossibile non rendere omaggio alle sue abilità comiche e di improvvisazione, testimoniate sin dagli esordi nella serie “Mork & Mindy, nonché alle sue intense interpretazioni nelle pellicole più sentimentali e drammatiche, tra cui si ricordano “L’attimo fuggente”, “Patch Adams” e “L’uomo bicentenario”.
Il “comico triste”, qualcuno l’ha definito. Chissà se dietro quella maschera di comicità, dietro quel naso rosso da clown non si celasse veramente un “bambino smarrito”, tanto sensibile quanto fragile. Cosa può averlo spinto a tanto? Alcol, droga, problemi economici, senso di fallimento, depressione. Non è importante e non ci è dato sapere.
A me piace ricordarlo come il grande attore che è stato, come una delle più lucenti stelle che Hollywood abbia mai avuto, come una persona in grado di offrire un sorriso sincero al suo pubblico, sino all’ultimo, anche dall’altro capo del mondo.
Buon viaggio “al di là dei sogni”, Robin.

Redazione

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